In attesa dell’ultimo tavolo di confronto con i sindacati, il governo si appresta a limare il sistema.
E i giovani? Andranno in pensione anche a 75 anni
Come funziona l’Ape?
L’Ape è un prestito a tutti gli effetti: si chiede all’Inps, ma si paga in banca.
Il sistema di Anticipo PEnsionistico si chiamerà infatti “Ape” e con la legge di Stabilità del 2017 potrà permetterà a tutti i nati tra l’anno 1951 e l’anno 1953 di andare in pensione prima del previsto.
Questa riforma non è ancora definitiva, ma siamo di fronte a un trapelare delle prime notizie e indiscrezioni. Tra queste indiscrezioni, possiamo trovare in particolare la possibilità di poter accedere alla pensione anticipata a 63 anni.
Saranno gli istituti di credito ad anticipare l’assegno al pensionato che lo restituirà in 20 anni e con una penalizzazione del 5% per ogni anno d’anticipo.
Ma siccome 20 anni sono tanti, ci sarà bisogno anche di un’assicurazione a favore delle banche nel caso in cui il pensionato non viva abbastanza per rimborsare tutto il prestito. Tanto che i lavoratori potrebbero rinunciare anche a un quarto dell’assegno.
Di qui l’accusa della Cgil, secondo cui l’Ape rappresenta l‘ennesimo regalo a banche e assicurazioni che, già piene di liquidità iniettata dalla Banca centrale europea, non ci perderanno mai nulla (c’è la doppia garanzia dell’Inps e dello Stato) e avranno migliaia di clienti in fila allo sportello.