La riforma pensioni, attesa da diverso tempo, è stata approvata dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento in questione introduce delle novità importanti sancendo l’ampliamento dell’Opzione Donna, la misura sperimentale entrata in vigore per la prima volta nel 2004, ma anche l’estensione dei beneficiari dell’ottava salvaguardia degli esodati.
Altra innovazione importante riguarda la possibilità di cumulo gratuito dei contributi anche per le casse previdenziali a cui fanno riferimento i professionisti.
Pensioni 2017: cosa dire sull’APE
Lunedì 28 novembre è arrivato l’atteso voto favorevole della Camera alla riforma pensioni. Questo decreto porterà altre novità oltre a quelle sopra ricordate. Una delle più rilevanti, al centro dell’attenzione mediatica da diversi mesi a questa parte, è senza dubbio l’APE. L’anticipo pensionistico, misura introdotta per concretizzare la flessibilità in uscita, è dedicato ai lavoratori che hanno almeno 63 anni e che vogliono uscire prima dal mercato del lavoro, grazie a un prestito ventennale contratto con un istituto di credito convenzionato con l’INPS.
Rispetto alle previsioni iniziali, l’APE definitivo non è molto differente. Le uniche novità riguardano la compatibilità dei redditi frutto del lavoro autonomo con l’APE social.
Da non dimenticare anche che, in caso di operazioni di ristrutturazione aziendale, l’APE viene finanziato nella sua totalità dall’azienda. Per i disoccupati di lungo corso e i lavoratori che svolgono professioni usuranti è invece a carico dello Stato.
RITA: cosa riguardano le modifiche
Analizzando la riforma pensioni si possono notare alcune modifiche riguardanti la RITA (rendita integrativa temporanea). La suddetta potrà essere, entro il 10 settembre 2018, oggetto di una relazione da parte dell’esecutivo, con l’obiettivo di decidere un’eventuale proroga.
Pensioni donne 2017: le novità principali
Tra le novità della riforma pensioni 2017 è da sottolineare anche l’estensione dell’accesso alla pensione anticipata anche alle lavoratrici che sono nate negli ultimi tre mesi del 1958. Fondamentale al proposito è che le stesse abbiano maturato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015.
Ciò significa che, per accedere all’Opzione Donna, è necessario maturare il requisito dei 57 anni e 3 mesi – uno anno in più per le lavoratrici autonome – e i 35 anni di contributi, tutto questo entro e non oltre il 31 dicembre 2015.
Esodati: i numeri dell’ottava salvaguardia
Per completare il quadro relativo a riforma pensioni 2017 è necessario parlare dei numeri dell’ottava salvaguardia degli esodati. Con l’inizio del nuovo anno la platea dei beneficiari passerà dalle attuali 27.700 persone a circa 30.000.
Da ricordare nello specifico è che aumentano di 3.000 unità, passando da circa 8.000 a più o meno 11.000, i lavoratori mandati in mobilità entro il 31 dicembre 2011. In conclusione è doveroso un cenno al cumulo gratuito dei contributi, che potrà essere richiesto anche da parte dei professionisti iscritti agli Ordini.