Le ultime notizie sulle pensioni prendono in esame le parole di Cesare Damiano, che ha partecipato attivamente al fianco di Fassino a Torino per la sua rielezione a sindaco della città, senza successo.
La sua battaglia per la modifica alla riforma previdenziale va avanti da mesi, ma di recente il presidente della commissione Lavoro alla Camera è in forte pressing sul capo del Consiglio affinché insieme al suo governo “svolti a sinistra”.
Concetti quali “diseguaglianza crescente” e “tracollo del ceto medio” sono cari al parlamentare del Partito democratico. È necessario un cambio di marcia repentino, se non si vuole lasciare l’Italia e l’Europa in mano alle forze populiste. In sintesi è questo il discorso pronunciato nelle ultime ore da Damiano e pubblicato sul suo sito ufficiale (cesaredamiano.org). Parole che arrivano a 24 ore prima dal nuovo incontro tra governo e sindacati per discutere sulle pensioni.
Che svolta sia. Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 27 giugno ci ripropongono come protagonista Cesare Damiano. L’ex ministro del Lavoro chiede al governo Renzi una svolta a sinistra. Ieri vi avevamo parlato delle dichiarazioni di Matteo Salvini, schieratosi apertamente contro la legge Fornero durante l’apertura del “cantiere” a Parma. Insieme a Salvini, Roberto Simonetti (Lega Nord) in una recente intervista ha ricordato il ddl 857 di Damiano e, in alternativa, la quota 100, caldeggiata dal suo partito.
Damiano: “Renzi svolti a sinistra”
Le ultime notizie sulle pensioni prendono in esame le parole di Cesare Damiano, che ha partecipato attivamente al fianco di Fassino a Torino per la sua rielezione a sindaco della città, senza successo. La sua battaglia per la modifica alla riforma previdenziale va avanti da mesi, ma di recente il presidente della commissione Lavoro alla Camera è in forte pressing sul capo del Consiglio affinché insieme al suo governo “svolti a sinistra”.
Concetti quali “diseguaglianza crescente” e “tracollo del ceto medio” sono cari al parlamentare del Partito democratico. È necessario un cambio di marcia repentino, se non si vuole lasciare l’Italia e l’Europa in mano alle forze populiste. In sintesi è questo il discorso pronunciato nelle ultime ore da Damiano e pubblicato sul suo sito ufficiale (cesaredamiano.org). Parole che arrivano a 24 ore prima dal nuovo incontro tra governo e sindacati per discutere sulle pensioni.
Le idee dell’esponente dem sono note. Da una parte abbiamo la flessibilità in uscita, vale a dire la pensione anticipata a 62 anni e 7 mesi, con almeno 35 anni di contributi. Misura, questa, contenuta all’interno del ddl Damiano, citato dal deputato leghista Simonetti qualche giorno fa. Lo stesso che Salvini voterebbe “già da domani”. La proposta è conosciuta anche come quota 97, poiché a 62 (età) si somma 35 (contributi).
L’altra proposta, contenuta nel disegno di legge, è la quota 41 per i lavoratori precoci. A differenza della prima, non prevede penalizzazioni una volta ottenuto l’accesso alla pensione. Stando alle ultime dichiarazioni dei sindacati, durante l’ultimo tavolo di confronto con Poletti e Nannicini si sarebbe discusso anche dei precoci. D’altronde nella “famosa” piattaforma di Cgil, Cisl e Uil la categoria è presente. È questa la madre, forse, di tutte le battaglie. Insieme a quella sugli esodati. Vincerla sarebbe un passo in avanti importante.